Suonai il campanello, la porta blindata si aprì e mi trovai faccia a faccia con la receptionist di TalenTeam.
C’era qualcosa di davvero strano. Fino ad ora, avevo sempre osservato receptionist giovani con il corpo e l’atteggiamento da Barbie. Adesso avevo di fronte una signora piuttosto anziana che fissava il soffitto e aveva la parte sinistra del corpo semi-paralizzata.
Non capivo se era cieca o se era semplicemente strabica.
“Salve. Mi chiamo Giulia A. e ho un colloquio alle 15:00 con le dottoresse Pomillo e Rossini.”
Niente. La signora continuava a fissare il soffitto.
Poi, piano piano, la vidi alzare la cornetta del telefono e comporre un numero senza guardare la tastiera.
“Sono Antonia. Qui c’è la signora Giulia A. che ha un colloquio alle 15:00.”
Dunque sapeva parlare. Ma ancora non capivo se ci vedeva o no.
Mi disse, sempre fissando il soffitto, di accomodarmi in attesa della dottoressa Pomillo, che sarebbe scesa al più presto.
Mi sedetti in una piccola poltrona di stoffa grigia e aspettai una mezz’ora.
La receptionist Antonia stava immobile con gli occhi persi, io mi guardavo intorno. L’anticamera era buia e spoglia, non c’erano né giornali né depliant pubblicitari né piante ornamentali. Di tanto intanto uscivano dei ragazzi per fumarsi una sigaretta. Erano vestiti con abiti sportivi, dunque l’ambiente era informale.
Aspettai quarantacinque minuti. Chissà dov’era il povero PM. Che pazienza!
Dopo un’ora, finalmente apparve la dottoressa Pomillo.
“Mi deve scusare per il ritardo. Avevo un altro candidato prima di lei. Mi segua.”
Anche il suo aspetto si discordava dai soliti cliché: niente tailleur né capelli raccolti. Era vestita da gitana, con una gonna lunga, floreale, stivali di cuoio e i capelli lunghi e disordinati sulle spalle.
Meglio così.
Entrammo in ascensore e salimmo al quarto piano.
Mi fece accomodare nel suo ufficio e cominciò a presentare la sua azienda.
“Come avrà letto su Internet, TalenTeam è una grande società di consulenza e servizi IT. Siamo tra i primi operatori italiani in questo settore ma abbiamo anche sedi in Argentina, Brasile, Grecia e Finlandia. Noi abbiamo una missione: noi creiamo valore per i nostri clienti offrendo soluzioni innovative e competitive.
Siamo un gruppo di professionisti che lavorano su progetti di primaria importanza e cerchiamo persone in gamba, predisposte al cambiamento, attente al nuovo, capaci di proporre idee innovative…bla bla bla”.
Era sempre la solita solfa. Le presentazioni delle aziende di consulenza erano tutte uguali. Ne ascoltavi una e le avevi ascoltate tutte.
Annuivo interessata e sorridevo sorpresa quando la tipa pontificava sulla grandezza della sua società.
Poi passò alle domande su di me. Ormai conoscevo le risposte a memoria.
Quali erano i miei studi, quali erano i miei hobby, perché mi interessava proprio quel tipo di hobby, quali credevo fossero i miei pregi e i miei difetti, se avevo mai lavorato in gruppo, se ero disponibile a trasferte.
Quando risposi a tutto, la dottoressa si trasferì in un’altra stanza e mi lasciò sola per una decina di minuti.
Quando ritornò aveva l’aria soddisfatta: “Tra poco sosterrà un colloquio tecnico in presenza di uno dei nostri project manager. Le farà alcune domande di programmazione C++. Vado subito a chiamarlo.”
Appena fui di nuovo sola mi tolsi la maschera ed entrai nel panico.
In quel momento non mi ricordavo assolutamente nulla di C++.
Presi il cellulare e chiamai PM che era assai preparato in quel campo: da quando aveva quindici anni faceva il programmatore per hobby. Era stato un nerd linuxaro di 120 chili per una decina d’anni. Beveva, sudava, puzzava, si masturbava regolarmente e aveva il pelo incolto.
Poi, all’improvviso, aveva cominciato a fare sport e ad interessarsi alla vita all’aria aperta. Era dimagrito, si lavava tutti i giorni e aveva smesso (quasi) di puzzare. Era diventato vegetariano e aveva smesso di bere. Io l’avevo conosciuto durante i mesi della trasformazione e stentavo a riconoscerlo nelle sue vecchie foto.
Per strada i vecchi amici non lo salutavano più.
Nonostante il cambiamento radicale, PM continuava ad essere bravo coi computer.
Gli bisbigliai di farmi un corso acceleratissimo di C++.
Iniziò a dirmi qualcosa e piano piano cominciai a ricordare.
Chiusi la conversazione non appena sentii i passi della Pomillo.
C’era qualcosa di davvero strano. Fino ad ora, avevo sempre osservato receptionist giovani con il corpo e l’atteggiamento da Barbie. Adesso avevo di fronte una signora piuttosto anziana che fissava il soffitto e aveva la parte sinistra del corpo semi-paralizzata.
Non capivo se era cieca o se era semplicemente strabica.
“Salve. Mi chiamo Giulia A. e ho un colloquio alle 15:00 con le dottoresse Pomillo e Rossini.”
Niente. La signora continuava a fissare il soffitto.
Poi, piano piano, la vidi alzare la cornetta del telefono e comporre un numero senza guardare la tastiera.
“Sono Antonia. Qui c’è la signora Giulia A. che ha un colloquio alle 15:00.”
Dunque sapeva parlare. Ma ancora non capivo se ci vedeva o no.
Mi disse, sempre fissando il soffitto, di accomodarmi in attesa della dottoressa Pomillo, che sarebbe scesa al più presto.
Mi sedetti in una piccola poltrona di stoffa grigia e aspettai una mezz’ora.
La receptionist Antonia stava immobile con gli occhi persi, io mi guardavo intorno. L’anticamera era buia e spoglia, non c’erano né giornali né depliant pubblicitari né piante ornamentali. Di tanto intanto uscivano dei ragazzi per fumarsi una sigaretta. Erano vestiti con abiti sportivi, dunque l’ambiente era informale.
Aspettai quarantacinque minuti. Chissà dov’era il povero PM. Che pazienza!
Dopo un’ora, finalmente apparve la dottoressa Pomillo.
“Mi deve scusare per il ritardo. Avevo un altro candidato prima di lei. Mi segua.”
Anche il suo aspetto si discordava dai soliti cliché: niente tailleur né capelli raccolti. Era vestita da gitana, con una gonna lunga, floreale, stivali di cuoio e i capelli lunghi e disordinati sulle spalle.
Meglio così.
Entrammo in ascensore e salimmo al quarto piano.
Mi fece accomodare nel suo ufficio e cominciò a presentare la sua azienda.
“Come avrà letto su Internet, TalenTeam è una grande società di consulenza e servizi IT. Siamo tra i primi operatori italiani in questo settore ma abbiamo anche sedi in Argentina, Brasile, Grecia e Finlandia. Noi abbiamo una missione: noi creiamo valore per i nostri clienti offrendo soluzioni innovative e competitive.
Siamo un gruppo di professionisti che lavorano su progetti di primaria importanza e cerchiamo persone in gamba, predisposte al cambiamento, attente al nuovo, capaci di proporre idee innovative…bla bla bla”.
Era sempre la solita solfa. Le presentazioni delle aziende di consulenza erano tutte uguali. Ne ascoltavi una e le avevi ascoltate tutte.
Annuivo interessata e sorridevo sorpresa quando la tipa pontificava sulla grandezza della sua società.
Poi passò alle domande su di me. Ormai conoscevo le risposte a memoria.
Quali erano i miei studi, quali erano i miei hobby, perché mi interessava proprio quel tipo di hobby, quali credevo fossero i miei pregi e i miei difetti, se avevo mai lavorato in gruppo, se ero disponibile a trasferte.
Quando risposi a tutto, la dottoressa si trasferì in un’altra stanza e mi lasciò sola per una decina di minuti.
Quando ritornò aveva l’aria soddisfatta: “Tra poco sosterrà un colloquio tecnico in presenza di uno dei nostri project manager. Le farà alcune domande di programmazione C++. Vado subito a chiamarlo.”
Appena fui di nuovo sola mi tolsi la maschera ed entrai nel panico.
In quel momento non mi ricordavo assolutamente nulla di C++.
Presi il cellulare e chiamai PM che era assai preparato in quel campo: da quando aveva quindici anni faceva il programmatore per hobby. Era stato un nerd linuxaro di 120 chili per una decina d’anni. Beveva, sudava, puzzava, si masturbava regolarmente e aveva il pelo incolto.
Poi, all’improvviso, aveva cominciato a fare sport e ad interessarsi alla vita all’aria aperta. Era dimagrito, si lavava tutti i giorni e aveva smesso (quasi) di puzzare. Era diventato vegetariano e aveva smesso di bere. Io l’avevo conosciuto durante i mesi della trasformazione e stentavo a riconoscerlo nelle sue vecchie foto.
Per strada i vecchi amici non lo salutavano più.
Nonostante il cambiamento radicale, PM continuava ad essere bravo coi computer.
Gli bisbigliai di farmi un corso acceleratissimo di C++.
Iniziò a dirmi qualcosa e piano piano cominciai a ricordare.
Chiusi la conversazione non appena sentii i passi della Pomillo.
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