lunedì 16 novembre 2009

17. Un abbaino come tana

Era un vecchio palazzo di tre piani in via di Monte del Gallo, nel pieno centro di Roma. Io stavo al quarto piano di quel palazzo, sulla terrazza, in un piccolo abbaino abusivo.
Vorrei poter dire che si trattava di un attico, ma proprio non posso.
Era un fottuto abbaino di 15 mq.
In 15 mq c'era tutto: il bagno, il cucinino, il tavolino, il divano letto matrimoniale.
Continuavo a dormire su un divano letto, certo, però avevo la privacy.
Una privacy pagata profumatamente: dovevo sborsare in nero 800 euro al mese. L'abbaino era di una vecchia signora sarda alta un metro e venti che chiamavo "la maitresse" per ovvi motivi.
La maitresse aveva almeno quattro piccoli alloggi da affittare nel centro di Roma. In alta stagione li dava ai turisti per 1000 euro a settimana. Era organizzatissima: si era fatta fare un piccolo sito internet per condurre comodamente e senza intralcio i suoi traffici.
Sul sito pubblicizzava i suoi mini appartamenti e poi gestiva le prenotazioni via mail o tramite cellulare.
Invidiavo il suo business. La maitresse si fotteva almeno 5000 euro al mese senza alzare un dito e senza pagare tasse.
Io sgobbavo 9 ore al giorno dietro un computer per 1000 euro.
Avevo trovato l'abbaino della maitresse proprio grazie alla pubblicità sul suo sito internet. Era annunciato come "il nido perfetto per una giovane coppia che vuole scoprire Roma".
Ancora non sapevo che si trattava di un abbaino. Sul sito si parlava di un monolocale.
Calcolai che stava a mezz'ora di cammino dall'ufficio e presi un appuntamento per visitarlo all'uscita dal lavoro.
Doveva essere un palazzo della piccola borghesia, costruito nei primi anni del '900. L'intonaco della facciata era tutto scrostato e cadente. Si entrava da un portoncino minuscolo e gli scalini erano ripidissimi e stretti.
"Le piacerà, signorina!" mi diceva la maitresse mentre mi faceva strada, "Si tratta di una dolcissima mansardina. Io in genere l'affitto ai turisti, di settimana in settimana, ma adesso siamo in bassa stagione e posso affittarla a lei ad un prezzo praticamente regalato."
La dolcissima mansardina era solo un abbaino trasformato alla bell'e meglio in un posto abitabile.
800 euro per quel buco umido e arrangiato erano un furto, un ladrocinio, una truffa!
Però c'erano dei vantaggi. La maitresse non mi chiedeva nessun contratto e nessuna caparra. Voleva solo 800 euro in contanti per il mese di Febbraio. E poi altre 800 euro per il mese di Marzo.
Non sapevo di preciso quanto sarebbe durata la trasferta a Roma e non potevo impegnarmi in un contratto annuale.
L'abbaino era vicino all'ufficio e nel centro di Roma.
Dopotutto, era una buona sistemazione temporanea.

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