mercoledì 25 novembre 2009

23. Nuovi colleghi licenziati

Il sito dell’ATAC mi elencò i mezzi pubblici per raggiungere Mechanix: Autobus numero 64 fino alla Stazione Termini, poi metro B fino al capolinea, poi un autobus per procedere lungo la Tiburtina. Circa 90 minuti di viaggio.
Per non sbagliare, comprai un abbonamento mensile ai trasporti pubblici.

PM era venuto a trovarmi venerdì sera ma realizzai che era davvero accanto a me soltanto la domenica mattina.
Domenica, il sacro giorno della depurazione.
Abbigliamento turistico, colazione al sacco e via per le stradine del centro. Ci fermammo nella piazza del Vaticano, poi raggiungemmo l’ex-ghetto ebraico e l’isola Tiberina. Roma era bellissima, sentivo bisbigli di storia ad ogni angolo.
Avrei passato mesi e mesi a zonzo per quelle strade. Un giorno alla settimana proprio non mi bastava.
Lo stato di grazia durò fino all’ora di cena, poi il pensiero del lunedì mattina cominciò a crescere in maniera abominevole.
Misi tre sveglie: una alle 6:00, una alle 6:10, una alle 6:15. Mi sarei alzata di sicuro.
Festeggiai l'inizio del nuovo progetto con mezzo litro di birra scadente e mi buttai sul letto con un piacevole senso di vertigine.
Il mattino dopo, alle 6:00 in punto, avevo gli occhi spalancati e i peli dritti: cominciava la nuova avventura.
Mi chiusi in bagno e ne uscii dimagrita di almeno un chilo.
Paura. Eccitazione. Puzza.
Il cesso dell'abbaino non aveva uno scarico normale né un vero sciacquone. Aveva un trituratore di escrementi elettrico che non funzionava nemmeno troppo bene.
Il Frullamerda non doveva essere stressato, altrimenti si bloccava per delle ore.
Iniziava a fare dei rumori strani, tipo bzzzzz bzzzzz, e lasciava il cesso intasato.
In genere era PM a scatenare l'incidente.
E dopo arrivavano le mie reazioni di panico e di indignazione.
"Non puoi intasarmi il cesso tutte le settimane.
La prossima volta vai al bar!
Ma non riesci proprio a controllarti?!?
Non puoi fermarti quando capisci che stai iniziando ad esagerare?!?"
Seguivano lunghe discussioni sulla dinamica della defecazione.
Diventavo proprio una iena, ma avevo le mie ragioni.
Quella mattina, per la prima volta, il Frullamerda si guastò per causa mia.
Era una situazione incresciosa, ma non avevamo tempo per parlarne.
Alle 8:00 eravamo già a Termini: PM al binario della Freccia Rossa per Firenze, io alla banchina della metro.
Era strapiena di pendolari.
Dall’altoparlante uscì una vocina:
“Il treno in arrivo è estremamente affollato. Evitate di salire. È già in partenza un altro treno da Cavour.”
Lo ripeté tre volte.
Io ero già in ritardo, col cazzo che avrei aspettato l’altro treno.
Cercai di farmi spazio per arrivare al limite della linea gialla. Quando il treno arrivò, tra spintoni e manate, riuscii a salire. Stavamo stretti come sardine, faceva caldo e c’era puzza, tanto per cambiare.
Raggiunsi la sede del cliente sudaticcia e sgualcita, ma ero in orario.
In reception incontrai Arnaldo e Guido, i miei due nuovi colleghi di team.
Quando vidi Arnaldo per la prima volta, pensai che era davvero, ma davvero bruttissimo. Mi porse una mano gigantesca, che ben s’intonava con la sua mole di quasi due metri.
Aveva la carnagione scurissima e portava una camicia spiegazzata infilata in un paio di jeans consumati che cercavano disperatamente di contenere una pancia trasbordante.
Sembrava gommoso.
Scoprii che aveva lavorato in una famosa azienda di telecomunicazioni per quindici anni ed era stato licenziato durante i primi mesi della crisi, dopo una lunga agonia di scioperi e manifestazioni.
Per mantenere moglie e figli, Arnaldo si era subito dato da fare. Prima aveva rimediato un lavoro a Milano, poi era riuscito a rientrare a Roma grazie ad un contratto a progetto con TalenTeam.
Il secondo consulente era un pisano di nome Guido, un tipo tracagnotto che aveva lavorato una decina d’anni in un'altra famosa azienda di telecomunicazioni, la S.I.SMEN, come consulente di TalenTeam.
A causa della crisi, la S.I.SMEN di Pisa aveva ben presto annullato tutti i contratti con TalenTeam e una quarantina di consulenti, tra cui Guido, si erano ritrovati senza commessa.
Guido era stato licenziato e poi riammesso con un contratto a progetto che gli avrebbe permesso di lavorare dalla sede di Pisa, facendo qualche scappatella a Roma di tanto in tanto.
A quarant’anni suonati, Arnaldo e Guido erano stati catapultati dentro una nuova realtà e avrebbero lavorato per un cliente del tutto sconosciuto.
Dinamismo e flessibilità sono le principali virtù del consulente, ma la memoria di un uomo di quasi cinquant'anni non è quella di un ventenne.
Capii che non sarei stata l’unica a brancolare nel buio. Anzi, essendo una giovane tabula rasa, avrei potuto avere qualche punto di vantaggio su di loro.


5 commenti:

  1. Resoconto illuminante, ma perché "ventenne" con l'apostrofo? :-DDD Comunque continua a scrivere, è divertentissimo! Acia'.

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  2. @Lolly. Ho commesso un errore vergognoso!!! :-P Grazie per avermelo detto. Lo correggo subito!
    5 anni di ingegneria mi hanno annebbiato l'italiano, ecco.
    (Regge come scusa ?!? :-D)

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  3. ... la scusa regge, regge.. a me sono "bastati" 4 anni di Economia... :-P
    Ti ho "ripreso" proprio perché scrivi molto bene, in maniera scanzonata e divertente! Ho ritrovato molte delle mie esperienze nelle tue, soprattutto nei punti in cui approfondisci l'aspetto umano delle persone che incontri e quello tecnico delle problematiche che affronti. Complimenti per come racconti queste cose. Solo una cosa mi permetto di "suggerirti": si evince che c'hai non poco cervello. Occhio a non farlo notare troppo, potrebbe essere controproducente! ;-)
    Cari saluti.
    PS: Prima che tu me lo chieda: NO, non sono un nerd né uno sfigato, eh.. ;-)

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  4. MA scusa, non ci posso credere....
    a piedi c'avevi la metro "A" San Pietro, e poi cambiando a Termini la "B"! Altro che 64!! Spero che te ne sarai accorta, dopo un po'... :-P

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  5. ahem... si... dopo averlo preso per due volte mi sono resa conto che il viaggio sul 64 era decisamente troppo turistico per un pendolare del mattino. O.o

    Stavo in via di Monte del Gallo, a due passi dalla stazione di San Pietro, ma un pò lontana da Ottaviano o dai Musei Vaticani. Alla fine ho risolto prendendo il trenino fino a Piramide (7 minuti) e poi la metro B.
    A presto! :-)

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